Musei nel web:
Piccola guida sui social
a uso dei Musei
by Cristian Camanzi
by Cristian Camanzi
Tutti noi (o quasi) abbiamo almeno un profilo social ed è sui social ormai che si svolge una parte significativa della vita delle persone. In effetti i social media in generale hanno una diffusione capillare in tutti i paesi del mondo e stanno allargando la propria area d’influenza anche in Africa e nei Paesi in via di sviluppo.
Ogni giorno ne nascono di nuovi e questa diffusione, in costante crescita, dimostra quanto sia cambiato negli ultimi anni il modo di comunicare. Ovviamente tutti i social media hanno orientamenti, pubblico e obiettivi diversi e si prestano quindi ad una diversa comunicazione. Foto, video, testo, musica, sono molti i contenuti che si possono condividere.
Per un museo che cerchi una giusta presenza sui social media è quindi necessario per prima cosa comprendere le differenze tra questi strumenti comunicativi.
Partiamo da i social media ritenuti di gran lunga i principali, quelli maggiormente utilizzati e diffusi. Facebook con la sua flessibilità e multimedialità è in testa.
Può essere un’interessante vetrina per un museo che voglia attirare nuovi visitatori, ma anche fidelizzare chi già c’è stato al museo. Su una pagina Facebook un visitatore può capire meglio ciò che un tal museo propone, le sue caratteristiche, i suoi punti di forza. L’utente medio di questo social media non è giovanissimo e si concentra su una fascia d’età che va dai 25 ai 55 anni.
Segue a ruota Youtube con i suoi 9 miliardi di video visualizzati ogni giorno e con la forza d’essere il secondo motore di ricerca web dopo Google.
Youtube è il veicolo ideale per pubblicare video promo, interviste, filmati d’approfondimento e anche in questo caso un museo ne potrebbe trarre molto vantaggio. Qui l’età media degli utenti è più bassa rispetto a Facebook, quindi di conseguenza, anche la comunicazione dovrebbe essere studiata ad hoc.
Instagram è sicuramente il terzo in questo podio dato che è il social con la crescita maggiore al momento della scrittura di questo post.
Le foto e le immagini sono le protagoniste di Instagram e cosa potrebbe chiedere di meglio un museo per poter mostrare un’anteprima delle proprie collezioni? Anche qui l’utente medio e molto giovane.
Molto importanti sono Twitter e Pinterest. In realtà, in Italia, Twitter sta registrando un momento di stallo. Non sta crescendo e l’utente medio ha un’età di circa 32 anni.
Breve e conciso, Twitter non è adatto per raccontare o illustrare nei dettagli le cose. Se usato in maniera precisa, chiara e intelligente però può essere un mezzo molto potente.
Pinterest è un social media in grande crescita. Si tratta di una sorta di catalogo, organizzabile in bacheche, molto utile se si hanno a disposizione belle immagini. Alcuni musei illuminati lo utilizzano per creare raccolte tematiche curiose e originali in grado di mettere in luce vari aspetti di una collezione.
Altri social media che possono essere utili per esigenze specifiche sono: Linkedin, dedicato specificatamente al business; Vimeo, social destinato ai video più originali e di qualità; SoundCloud, dedicato alla musica e ai file audio più in generale; Flickr, nato come catalogo on-line per fotografi; Snapchat merita una breve citazione perché nel giro di tre anni è esploso tra i giovani, ma ora sta rapidamente perdendo importanza, superato da Instagram.
Questa rapida panoramica sui social media, più o meno importanti al momento, spero possa servire alle istituzioni culturali alle prime armi.
È fondamentale, prima di tuffarsi nel mondo social, documentarsi bene, comprendere i diversi strumenti e capire quale può essere il più adatto a noi. Anche qui non c’è una regola che vale per tutti e non è necessario essere presenti in tutti i social media. Il segreto è quindi quello di identificare i social a noi congeniali, utilizzarli al meglio e cercare al tempo stesso di comprendere i possibili futuri sviluppi. Perché nel campo dei social media tutto cambia in continuazione e noi dobbiamo stare al passo con questo cambiamento.