Musei in 5 opere:
Statens Museum for Kunst di Copenhagen
by Cristian Camanzi
by Cristian Camanzi
Nuovo appuntamento per la rubrica con la quale vi portiamo alla scoperta dei musei nel mondo. Un po’ quello che vi aspetta scaricando la nostra app QuickMuseum, che trovate disponibile gratis sia per dispositivi Apple che per Android. Grazie alle sue mappe, alle audioguide, ai giochi e ai percorsi personalizzati potrete esplorare le splendide collezioni dei più importanti musei d’Europa, ma non solo. Abbiamo aggiunto anche alcune realtà museali più piccole, ma che riguardano la nostra regione, l’Emilia Romagna.
Oggi vi portiamo in Danimarca, più precisamente a Copenhagen, la città più popolosa e la capitale del Paese. Lo Statens Museum for Kunst di Copenhagen è la più importante collezione di pittura della Danimarca. Si trova nel centro di Copenaghen, proprio accanto al Castello di Rosenborg, a soli cinque minuti dalla stazione di Nørreport. Oltre all’incomparabile esposizione dell’arte danese c’è molto, molto altro da vedere: un condensato di più di 700 anni di arte danese e internazionale, dal primo Rinascimento all’arte contemporanea più recente. Di grande interesse è l’imponente raccolta di pittura olandese del XVII secolo. Oltre a ciò in questo museo ci sono anche belle opere di altre scuole: ad esempio sia Matisse che Cranach sono ben rappresentati. Il museo vanta anche un’importante raccolta di stampe.
Ecco 5 cose da non perdere, se visitate lo Statens Museum for Kunst di Copenhagen:
Questo dipinto devozionale, destinato a un appartamento privato, è attribuito al periodo romano di Mantegna. In esso Cristo mostra le sue ferite per ricordarci che è morto per noi sulla Croce. Il sarcofago finemente lavorato su cui Cristo è appoggiato è una dimostrazione dell’abilità di Mantegna.
Camilla Barbadori era la madre del cardinale marito, il principe Antonio Barberini, per essere esposto a Sant’Andrea della Valle Maffeo Barberini, futuro Papa Urbano VIII. Il suo busto doveva essere in coppia con quello del a Roma. L’opera fu probabilmente commissionata dal figlio maggiore Carlo Barberini che divenne capo della famiglia quando suo padre morì.
Gran parte del lavoro di Hammershøi mostra gli interni di abitazioni. Le stanze costituiscono l’elemento principale, e in questo contesto le figure interagiscono con l’ambiente circostante come se partecipassero a un’intima opera da camera. La figura che vediamo qui è la moglie dell’artista.
Qui l’artista ci vuole ingannare facendoci pensare che l’opera sia girata nel verso sbagliato, quello che vediamo è un retro. Il pezzo di carta con il numero 36 dà l’impressione che questo dipinto illusionista sia in realtà destinato alla vendita. È quindi probabile che sia stato originariamente presentato in un’esposizione di vendita come uno scherzo.
Quest’opera è particolarmente importante perché mostra come un’immagine con pochi elementi possa avere una grande espressività. Soprattutto i forti contrasti cromatici, caratteristici delle immagini di Matisse all’inizio del XX secolo, contribuiscono a dare al piccolo dipinto la sua grande forza visiva.