Musei in 5 opere:
Pinacoteca Nazionale
Palazzo Buonsignori

by Cristian Camanzi

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Oggi siamo in Italia, più precisamente a Siena, all’interno della Pinacoteca Nazionale Palazzo Buonsignori. La galleria è dedicata in gran parte alla pittura senese e in questo campo risulta ineguagliabile, con opere fondamentali di quasi ogni importante pittore locale, dal Duecento al Seicento.

Ecco 5 cose da non perdere, se visitate la Pinacoteca Nazionale Palazzo Buonsignori:

Sofonisba Anguissola,
Bernardino Campi dipinge Sofonisba Anguissola,
c. 1559

Una delle ritrattiste più inventive del XVI secolo viene da Cremona. Sofonisba Anguissola creò ritratti ironici e spiritosi di membri della famiglia e conoscenti, un soggetto che le fu imposto dalle restrizioni sociali sull’accesso femminile a modelli e mecenati. Il dipinto di Sofonisba che ritrae il suo maestro, che dipinge il suo ritratto – una storia nella storia – dimostra come ha saputo muoversi in un mondo dominato dagli uomini. Lo sguardo di Campi complica le cose, tuttavia, poiché mentre dipinge anche lui guarda fuori dal quadro verso la modella che sta ritraendo, ovvero la pittrice. Così lo spettatore di fronte al quadro gioca un doppio ruolo: quello del soggetto del quadro nel quadro, cioè Anguissola stessa, e di uno spettatore scrutato sia da Campi che da Anguissola.

Francesco di Giorgio Martini, Annunciazione, 1470-72

Questo dipinto molto particolare fu l’ultimo della produzione giovanile dell’artista. I gesti dei personaggi sono sottolineati dalle abbondanti pieghe dei panneggi. La prospettiva della scena è deformata in modo espressivo per creare un tocco drammatico. Molti elementi suggeriscono un artista consapevole dei suoi contemporanei fiorentini. Questa Vergine è parente stretta di figure simili in Verrocchio e Botticelli; la porta dietro, con la sua cornice di pietra serena grigia, è albertiana. Il paesaggio è costellato di reminiscenze romane e fiancheggiato da una rupe fantastica come potremmo trovare più tardi nell’opera di Piero di Cosimo.

Duccio di Buoninsegna, Polittico n. 47, 1310

Il Polittico n. 47 era originariamente nello Spedale di Santa Maria della Scala e ora si trova nella Pinacoteca di Siena. Solo la parte centrale dell’opera è di indiscutibile paternità di Duccio; i restanti pannelli sono attribuiti a un abile, ma ancora sconosciuto, assistente. La sezione inferiore di questa pala d’altare raffigurante diverse figure mostra Maria e santi. La parte superiore mostra Cristo e gli angeli. Tra di loro, l’artista ha dipinto un livello intermedio che raffigura figure a mezzo busto di re e profeti del Vecchio Testamento.

Pietro Lorenzetti,
Madonna con angeli tra San Nicola e il profeta Elia, 1328-29

Questo pannello con la predella era la parte centrale della pala d’altare della chiesa carmelitana di San Niccolò al Carmine a Siena. La pala d’altare fu smembrata nel XVI secolo. Le ridipinture successive furono rimosse durante il restauro del 1936. La tavola è firmata e datata sul gradino del trono: PETRUS LAURENTII ME PINXIT ANNO DOMINI MCCCXXVIII. Una caratteristica sorprendente del disegno complessivo di questa pala d’altare è il pannello molto ampio della predella che ha permesso al pittore di raffigurare in modo particolarmente dettagliato la consegna della regola carmelitana.

Il Sodoma, Deposizione dalla Croce, 1510-13

Ancora all’interno della sua cornice di legno blu e oro e con la sua predella, questo dipinto è ora ospitato all’interno della Pinacoteca di Siena ma il suo luogo d’origine era un altro. Dai documenti del XVI secolo, sembra che sia stata commissionata per l’altare della famiglia Cinuzzi nella chiesa di San Francesco, e lo stemma della famiglia appare alle due estremità della predella. La pala del Sodoma si trovava sopra il quinto altare lungo il muro sud di questa grande chiesa simile a un granaio. Per le sue dimensioni imponenti, i suoi colori brillanti e luminosi e la sua composizione figurativa chiara ed espressiva, la pala d’altare era senza dubbio uno spettacolo impressionante per chi entrasse nella chiesa di San Francesco.

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