Musei in 5 opere:
Pinacoteca di Brera

by Cristian Camanzi

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Oggi vi portiamo a visitare una splendida collezione, nel cuore di Milano. La Pinacoteca di Brera è una delle più grandi gallerie di quadri italiane. È situata nel suggestivo palazzo omonimo, risalente al XVII-XVIII secolo, inizialmente sede di un collegio gesuita. Dopo la soppressione dell’ordine, nel 1772, fu utilizzato da varie istituzioni erudite, tra cui l’Accademia di Belle Arti. Nel 1796 Milano fu occupata da Napoleone, che nel 1805 venne incoronato re d’Italia nella cattedrale e Brera divenne il centro di raccolta di tutti i dipinti del nord Italia che erano stati dislocati in seguito alla soppressione degli ordini religiosi. Venne aperta al pubblico nel 1809. Ancora oggi la collezione è dominata da opere del rinascimento italiano.

Ecco 5 cose da non perdere, se visitate la Pinacoteca di Brera:

Andrea Mantegna, Cristo morto

Quest’opera è diventata un simbolo della pittura italiana del Quattrocento, anche grazie al suo virtuosistico scorcio prospettico. La tela raffigura il corpo di Cristo semicoperto dal sudario e adagiato su una lastra di pietra. La posizione delle mani e dei piedi mette in risalto le ferite ancora aperte. Sulla sinistra compaiono tre figure dolenti: la Madonna, che si asciuga le lacrime; san Giovanni Evangelista; e forse la Maddalena che si intravede appena.

Caravaggio, la cena in Emmaus

Il tema trattato da questo bellissimo dipinto prende spunto da un episodio descritto nel Vangelo di Luca. Il testo narra dell’incontro a Emmaus tra due discepoli di Gesù e un povero viandante che si rivelerà essere il loro maestro da poco crocefisso. Gesù è raffigurato di fronte, oltre il tavolo, nell’atto di benedire il pane appena spezzato, mentre tra i due personaggi seduti s’insinua il primo barlume del riconoscimento

Piero della Francesca, pala di Brera

Quest’opera può essere considerata un vero e proprio manifesto dell’umanesimo matematico trionfante alla corte di Federico da Montefeltro, presente inginocchiato nel dipinto, nonché estremo traguardo dell’arte di Piero della Francesca. Mai come in questa sacra conversazione l’architettura dipinta risultò tanto maestosa e dominante nella raffigurazione, tanto da poter essere considerata vera protagonista dell’immagine.

Giovanni Bellini, pietà

Cristo al centro, sostenuto da Maria e san Giovanni Evangelista. Le tre figure sono tagliate appena sotto le anche dal profilo superiore del sarcofago che occupa orizzontalmente il dipinto. Il gruppo domina tutta la composizione e solo una piccola porzione a sinistra è occupata dal paesaggio. La forza di quest’opera sta nel rapporto dei volti di madre e figlio, così vicini, e nel gioco delle mani che spesso ritroviamo in Bellini.

Raffaello, sposalizio della Vergine

Quest’opera è un vero capolavoro. La Madonna è colta nel momento esatto in cui san Giuseppe infila al suo dito l’anello nuziale. Alle spalle dei due sposi, uomini e donne assistono allo sposalizio. La leggenda vuole che a tutti i pretendenti di Maria fosse stato dato un bastone, aspettando un segno divino. Ma fiorì solo quello di Giuseppe.

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