Musei in 5 opere:
Philadelphia Museum of Art

by Cristian Camanzi

Nuovo appuntamento per la rubrica con la quale vi portiamo alla scoperta dei musei nel mondo. Un po’ quello che vi aspetta scaricando la nostra app QuickMuseum, che trovate disponibile gratis sia per dispositivi Apple che per Android. Grazie alle sue mappe, alle audioguide, ai giochi e ai percorsi personalizzati potrete esplorare le splendide collezioni dei più importanti musei d’Europa, ma non solo. Abbiamo aggiunto anche alcune realtà museali più piccole, ma che riguardano la nostra regione, l’Emilia Romagna.

Oggi siamo negli Stati Uniti, più precisamente a Philadelphia, all’interno della Museum of Art. Anche se il museo possiede un’ampia collezione di antichi maestri, è forse più conosciuto per le opere del Novecento. Comprende una selezione del lavoro mi molti grandi artisti del XX secolo. Qui una selezione che guarda più all’arte moderna e antica.

Ecco 5 cose da non perdere, se visitate il Philadelphia Museum of Art:

Gian Lorenzo Bernini, Disegno per la tomba di papa Alessandro VII, c. 1670

Questo disegno mostra un progetto per la Tomba di Papa Alessandro VII in San Pietro, a Roma. La tomba fu eseguita dopo la morte del Papa nel 1667 da un folto gruppo di scultori guidati da Bernini.

Hieronymus Bosch, Epifania, 1475-80

Tra le opere generalmente attribuite al primo periodo di attività di Bosch si possono annoverare alcune piccole scene bibliche tra cui questa Epifania. Questo stile precoce è particolarmente ben esemplificato nell’affascinante Epifania” di Filadelfia. Il comportamento dignitoso dei Re è messo in risalto dal gesto impulsivo del Bambino, mentre l’anziano Giuseppe sta discretamente da una parte, togliendosi il cappuccio come se fosse imbarazzato dalla presenza degli stranieri splendidamente vestiti. Da dietro il capanno due pastori osservano con timida curiosità. In questa prima fase, la padronanza prospettica di Bosch sembra non essere troppo salda; particolarmente ambiguo è il rapporto spaziale della stalla con le figure in primo piano, sebbene i muri diroccati e il tetto di paglia siano stati dipinti con un’amorevole attenzione ai dettagli. In lontananza, in alto a destra, si intravede un pascolo pieno di bestiame e le torri scintillanti di una città.

Agnolo Bronzino, Cosimo I de’ Medici come Orfeo, 1537-39

In questo dipinto le fattezze di Orfeo ricordano quelle del giovane duca Cosimo, così come lo ritrae il Bronzino nei ritratti ufficiali di qualche anno dopo. Il nudo Orfeo, poeta e musicista della mitologia greca, è raffigurato mentre appoggia l’arco della sua viola dopo aver placato Cerbero, il mastino a tre teste degli inferi. La fonte di questo dipinto è l’antico frammento marmoreo, oggi in Vaticano, noto come Torso Belvedere. Si presume, anche se non è documentato, che il dipinto sia stato realizzato in occasione delle cerimonie per le nozze di Cosimo con Eleonora di Toledo, figlia del viceré di Carlo V a Napoli, nel luglio del 1539.

Sandro Botticelli, Ritratto di Lorenzo di Ser Piero Lorenzi, 1490-95

Lorenzo di Ser Piero Lorenzi fu professore di filosofia e medicina a Pisa, la cui fama raggiunse l’apice alla fine del XV secolo. La sua morte fu meno illustre, tuttavia, si gettò in un pozzo per la disperazione di non riuscire a raccogliere i soldi per l’acquisto di una casa a Firenze.

Mary Cassat, Donna con collana di perle in una loggia, 1879

Questa è una delle numerose scene teatrali che Cassatt dipinse alla fine degli anni Settanta del XIX secolo. La donna nel quadro è probabilmente Lydia, sorella della Cassatt. Il dipinto dimostra l’influenza di Edgar Degas, amico dell’artista. Fu esposto nel 1879 alla quarta mostra degli impressionisti tenutasi a Parigi.

Il dipinto è delizioso sia per la sua pennellata disinvolta che per la sua costruzione spaziale. Senza definire alcuna distanza intermedia, Cassatt colloca la figura in posizione frontale, mentre lo specchio in cui vediamo riflessa la sua schiena (che a prima vista sembra uno sfondo di poltrone della galleria) ci mostra in realtà ciò che Lydia stessa vede davanti a sé. Oltre a quella di Degas, si può notare l’influenza di Manet, in particolare quella di Un bar alle Folies-Bergère.

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