Musei in 5 opere:
National Gallery of Ireland di Dublino

by Cristian Camanzi

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Oggi vi portiamo in Irlanda, più precisamente a Dublino. Escludendo Londra, possiamo dire che questa galleria possiede la più nutrita collezione di dipinti di antichi maestri e di quadri ottocenteschi delle isole britanniche. La pittura italiana dei secoli XVI e XVII è uno dei suoi punti di forza e gli artisti irlandesi sono rappresentati in maniera eccellente.

Ecco 5 cose da non perdere, se visitate la National Gallery of Ireland di Dublino:

Caravaggio, cattura di Gesù, c. 1602

L’attribuzione del dipinto è dubbia. Le figure principali sono a sinistra, in modo che la metà destra dell’opera sia lasciata ai soldati, le cui armature assorbono luce e le cui facce sono in parte nascoste. A destra dell’immagine, una testa emerge dall’oscurità circostante, considerata l’autoritratto dell’artista.

Francisco Goya, ritratto di Antonia Zárate, c. 1805

Questa donna era un’attrice, madre del drammaturgo Gil y Zárate, parte del mondo teatrale dipinto a più riprese da Goya. Nata nel 1775, aveva probabilmente 30 anni quando fu realizzato questo ritratto. Morì prematuramente nel 1811. Lo sfondo perfetto mette in risalto la bella attrice dai capelli scuri.

Johannes Vermeer, signora che scrive una lettera con la sua domestica, c. 1670

Questo capolavoro è stato rubato non una, ma ben due volte. Il proprietario, un membro del parlamento britannico, fu preso di mira dall’IRA, che entrò nella sua tenuta nel 1974 e prese un totale di diciannove dipinti. Fu recuperato una settimana dopo. Nel 1986 fu nuovamente rubato: dopo più di sette anni di trattative segrete e lavori investigativi internazionali, il dipinto venne recuperato.

Rembrandt, Interno con figure (“La Main chaude”), c. 1628

“La main chaude” è un gioco in cui viene premiata la grande attenzione. Un giocatore, il “penitente”, nasconde la faccia e si appoggia la mano dietro la schiena. Altri giocatori schiaffeggiano il penitente sulla mano che deve cercare di identificare chi lo ha colpito. Il giocatore che si fa scoprire diventa il penitente.

Andrea Mantegna, Francesco II Gonzaga, 1490

Questo foglio è stato ridotto al punto da non esserci praticamente spazio attorno alla figura. Tuttavia, la forma scultorea del volto emerge dal foglio con un moto espressivo. La maestosa presentazione frontale del viso conferisce al ritratto un’espressività drammatica che ha pochi rivali nella ritrattistica disegnata.

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