Musei in 5 opere:
National Gallery of Australia di Canberra
by Cristian Camanzi
by Cristian Camanzi
Nuovo appuntamento per la rubrica con la quale vi portiamo alla scoperta dei musei nel mondo. Un po’ quello che vi aspetta scaricando la nostra app QuickMuseum, che trovate disponibile gratis sia per dispositivi Apple che per Android. Grazie alle sue mappe, alle audioguide, ai giochi e ai percorsi personalizzati potrete esplorare le splendide collezioni dei più importanti musei d’Europa, ma non solo. Abbiamo aggiunto anche alcune realtà museali più piccole, ma che riguardano la nostra regione, l’Emilia Romagna.
Oggi andiamo in Australia, a Canberra, più precisamente alla National Gallery of Australia. La galleria australiana di Canberra possiede una collezione, piccola ma di elevata qualità, di dipinti europei, alcune eccellenti opere americane moderne, una buona rappresentazione di arte australiana e un “giardino delle sculture”. Si tratta di una collezione in evoluzione che contiene quasi 160.000 opere d’arte. Tutte le opere sono disponibili online e oltre 97.000 con schede corredate da immagini.
Ecco 5 cose da non perdere, se visitate la National Gallery of Australia di Canberra:
Il tema di questo dipinto ricorre nei primi lavori di Cézanne. Probabilmente apparve per la prima volta in due opere che l’artista presentò al Salon nel 1867 e che furono rifiutate. Qui vediamo un nudo femminile disteso su di un uomo, anch’esso nudo, che con nonchalance giace a pancia in giù fumando la pipa, mentre una cameriera entra con un vassoio. Il titolo allude all’idea popolare dell’Italia come luogo di libertà, di vita sensuale e allegra. Il tema è tipico delle fantasie erotiche che compaiono frequentemente nei primi lavori di Cézanne.
Gli anni tra il 1914 e il 1926, anno della morte, furono per Claude Monet un periodo di straordinaria attività. La maggior parte delle opere superstiti di questo periodo, tra cui Ninfee, si riferiscono al suo grande ciclo di dipinti che è stato installato nell’Orangerie des Tuileries a Parigi nel maggio 1927. L’artista dipinse grandi tele come questa all’aperto, ed è facile immaginarlo appollaiato su un alto sgabello mentre cattura questa impressione della luce e dell’atmosfera attraverso lo stagno del suo giardino a Giverny.
Questo dipinto è ispirato a un’opera di Paul Cézanne, Pomeriggio a Napoli, di cui come abbiamo visto la galleria conserva una versione. Freud ha rielaborato lo spensierato gioco italiano di Cézanne trasformandolo in caos sul pavimento di uno studio trasandato. Freud mostra Freddy, uno dei suoi figli, mentre volta le spalle a una donna che lo sta per consolare o forse affrontare. In seguito l’artista ha aggiunto un pezzo di tela per accogliere la figura della donna che porta il tè. L’eliminazione di ogni finzione o idealizzazione sono in linea con lo stile dell’artista, considerato un realista. Lo spettatore è persuaso che non ci sia nulla di falso in questa scena. Anche la pelle consumata della sedia capovolta è resa alla perfezione.
Nel 1947 i dipinti di Rothko erano diventati completamente astratti, le sue composizioni costituite da aree irregolari di colore. Questo dipinto fa parte di un piccolo gruppo di opere senza titolo, conosciute come Multiforms. In questi dipinti di transizione Rothko abbandonò i miti personali di ispirazione surrealista e i temi classici, spostandosi verso un vocabolario completamente astratto.
Peter Paul Rubens è stato uno dei più importanti artisti barocchi del XVII secolo. Era anche un cortigiano e diplomatico di successo che rappresentava i Paesi Bassi nelle corti d’Europa. Rubens si è dipinto in abiti di corte per sottolineare il suo status di gentiluomo di Anversa. Il dipinto è un trionfo del naturalismo. Lo sviluppo della pittura a olio nel Nord Europa nel XV secolo permise agli artisti di ottenere un maggiore controllo sul colore e sul tono. In questo autoritratto, i toni chiari della pelle di Rubens sono in contrasto con uno sfondo drammatico, quasi teatrale: lo sguardo interrogativo dell’artista sembra riconoscere l’artificio della pittura.