Musei in 5 opere:
Nasjonalgalleriet di Oslo

by Cristian Camanzi

Nuovo appuntamento per la rubrica con la quale vi portiamo alla scoperta dei musei nel mondo. Un po’ quello che vi aspetta scaricando la nostra app QuickMuseum, che trovate disponibile gratis sia per dispositivi Apple che per Android. Grazie alle sue mappe, alle audioguide, ai giochi e ai percorsi personalizzati potrete esplorare le splendide collezioni dei più importanti musei d’Europa, ma non solo. Abbiamo aggiunto anche alcune realtà museali più piccole, ma che riguardano la nostra regione, l’Emilia Romagna.

Oggi vi portiamo in Norvegia, più precisamente alla Nasjonalgalleriet di Oslo. In questo museo troverete una collezione emozionante, costituita soprattutto da antichi maestri e dipinti moderni. A parte l’arte scandinava, ciò che la rende prestigiosa è la pittura olandese e fiamminga del XVII secolo. Il quadro più famoso della galleria è senza dubbio l’Urlo di Munch che attira visitatori da tutto il mondo. Quest’ultimo fa parte dell’ampia esposizione delle sue opere, persino più abbondante di quella del Munch-Museet, sempre a Oslo.

Ecco 5 cose da non perdere, se visitate il Nasjonalgalleriet di Oslo:

Edvard Munch, l’urlo, 1893

Questa è una delle immagini dell’arte moderna che ci sono più familiari. L’urlo nacque da un tremendo attacco di panico che Edvard Munch ebbe nel 1892. Lo sappiamo con precisione perché l’artista stesso descrisse le emozioni che lo scossero mentre passeggiava lungo un sentiero fuori Oslo. Riversò tutte le sue emozioni in questa straordinaria opera, simbolo del disagio umano esistenziale.

Vincent van Gogh, autoritratto, 1889 

Limitato dai soggetti presenti all’interno del manicomio in cui era ricoverato, Van Gogh iniziò una serie di ritratti di cui tre sono autoritratti. Gli altri raffigurano un paziente, l’infermiere Trabuc e un giovane contadino. Questo autoritratto è il più distorto, crudele e spietato di tutti. Van Gogh ha un aspetto consumato ed emaciato, il volto che ricorda quasi una patata sporca e ammaccata.

Paul Gauguin, Interno della casa dell’artista – Rue Carcel, 1881

Nel 1881 Gauguin aveva ancora una carriera di successo nell’agenzia di intermediazione per cui lavorava. Lo stile di vita benestante che ciò diede alla sua famiglia è chiaro in questo dipinto. La solida rispettabilità borghese si riflette negli interni accoglienti e nei comfort domestici resi evidenti in primo piano dalla natura morta e dal piccolo cestino da lavoro sul tavolo.

Edouard Manet, L’Esposizione Universale del 1867 a Parigi, 1867

Dopo il 1850 presero vita molte Esposizioni Universali, per mostrare i risultati di scienze e tecnica. Nel 1867 la Francia tenne quella più grande che occupò l’intero Champ de Mars a Parigi, dove i visitatori si accalcavano numerosi. Manet fu escluso dal programma artistico ufficiale dell’esposizione, realizzò quindi il proprio padiglione sulla riva destra della Senna, vicino al Trocadero, da dove si poteva ammirare il parco dell’esposizione.

Christian Krohg, Ragazza malata, 1881

L’ambiente neutro e gli abiti semplici separano l’immagine dal tempo e dallo spazio e focalizzano la nostra attenzione sul contenuto psicologico. La giovane malata ha lo sguardo intenso rivolto a noi. Ci troviamo di fronte a una realtà brutale, ma la ragazza non esprime dolore o disperazione. Krohg aderiva agli ideali della pittura realistica e usava raramente i simboli, ma in questo caso la rosa appassita in grembo è un inconfondibile segno di caducità.

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