Musei in 5 opere:
Museo di Capodimonte
by Cristian Camanzi
by Cristian Camanzi
Con QuickMuseum, la nostra app che guida i visitatori attraverso i principali musei europei, noi di Arternative vi raccontiamo l’arte in un modo nuovo e coinvolgente. Attenti anche a creare percorsi adattabili in base al tempo che potete dedicare alla visita di un museo. Con questa rubrica alziamo l’asticella della difficoltà e proviamo a sintetizzare l’esplorazione museale attraverso cinque opere. Oggi è la volta del Museo di Capodimonte a Napoli, ospitato in una splendida reggia che racchiude gallerie di arte antica e arte contemporanea, oltre a un appartamento storico.
Il Museo nazionale di Capodimonte è un museo di Napoli, ubicato all’interno della reggia omonima, nella località di Capodimonte: ospita gallerie di arte antica, una di arte contemporanea e un appartamento storico. È stato ufficialmente inaugurato nel 1957, anche se le sale della reggia hanno ospitato opere d’arte già a partire dal 1758.
Dipinto tra i più famosi e celebrati del museo. Qui la principessa di Argo si dona a Giove e alla sua pioggia fecondante, per amore, come è testimoniato anche dalla presenza del Cupido. Splendido nudo disteso la cui imponenza scultorea è esaltata dal colore libero e sensuale. Trafugato dai nazisti durante la II guerra mondiale, fu ritrovato in una miniera di Salisburgo e riportato a Napoli dopo la fine del conflitto nel 1947.
Ercole è chiamato a scegliere tra il Vizio, impersonato da un’elegante figura femminile di spalle che porge i simboli del piacere terreno, maschere, carte e strumenti musicali, e la virtù che indica una strada in salita, mentre ai suoi piedi un poeta incoronato di alloro, promette che canterà in eterno la gloria dell’eroe se sceglierà di seguire la via più impervia. Una perfetta, allegorica, esaltazione della virtù.
Questo ritratto è una delle immagini più celebri e raffinate non solo della produzione del pittore parmense, ma della pittura italiana del Cinquecento. Alla fissità dell’ovale perfetto del volto si contrappone il busto che pare ruotare leggermente grazie alla sproporzione tra il braccio e la spalla destra su cui è appoggiata la pelle di martora, e la spalla sinistra che sfuma nello sfondo.
Come sempre Caravaggio quando affronta il divino crea immagini potenti e toccanti. Il possente busto di Cristo, in plastica torsione, è colpito da una luce vera, abbagliante e sembra a sua volta investire i carnefici, strappandoli dall’ombra con incredibile intensità. Ogni elemento della rappresentazione accentua la drammaticità dell’evento.
Capolavoro assoluto dell’oreficeria cinquecentesca, questa cassetta-cofanetto lascia senza fiato. Interamente decorata, anche nella parte interna. Di grande pregio la fattura dei cristalli di rocca incastonati nelle facciate in lapislazzulo, incisi con soggetti mitologici connessi a Pallade, Mercurio, Diana e Marte che siedono agli angoli della cassetta. Forse serviva a contenere preziosi manoscritti.