Musei in 5 opere:
L’Albertina di Vienna
by Cristian Camanzi
by Cristian Camanzi
Nuovo appuntamento per la rubrica con la quale vi portiamo alla scoperta dei musei nel mondo. Un po’ quello che vi aspetta scaricando la nostra app QuickMuseum, che trovate disponibile gratis sia per dispositivi Apple che per Android. Grazie alle sue mappe, alle audioguide, ai giochi e ai percorsi personalizzati potrete esplorare le splendide collezioni dei più importanti musei d’Europa, ma non solo. Abbiamo aggiunto anche alcune realtà museali più piccole, ma che riguardano la nostra regione, l’Emilia Romagna.
Oggi andiamo in Austria, più precisamente all’Albertina di Vienna. L’Albertina, o meglio la Graphische Sammlung Albertina di Vienna, conserva una meravigliosa collezione di disegni e dipinti di antichi maestri. Solo una parte di questo enorme patrimonio viene esposto al pubblico, ma sul sito del museo c’è una vasta sezione che permette di usufruire delle opere online. Ci teniamo quindi a sottolineare che questa selezione riguarda opere che sono visibili online, nella sezione “collezione” del sito del museo.
Ecco 5 cose da non perdere, se visitate l’Albertina di Vienna:
Dürer mostra l’animale, in posa e con le orecchie all’insù, così abilmente che ci sembra di poter accarezzare ogni pelo sulla sua soffice pelliccia. Una luce soffusa ne enfatizza la morbidezza con il suo delicato bagliore. L’ombra della lepre cade a destra, ma lo sfondo rimane indefinito tranne che per un dettaglio notevole: il riflesso della finestra nella bottega del pittore balena negli occhi dell’animale. Questo identifica la fonte di luce e il luogo dell’evento, ma allo stesso tempo ci viene offerto un indovinello: perché il coniglio è effettivamente seduto nel nulla? Sembra che Dürer volesse giocare con la percezione dello spettatore. Se ci lasciamo coinvolgere, l’animale diventa un’illusione che si materializza davanti ai nostri occhi come se fosse vivo.
Nel suo disegno più famoso, Bruegel fa della produzione artistica l’argomento stesso: ci mette di fronte al lavoro intellettuale e profondamente serio del pittore, al quale un presunto conoscitore d’arte non ha altro che guardare perplesso e prendere il portafoglio. Qui l’arte incontra l’incomprensione dell’acquirente e probabilmente anche della società in generale. Il ritratto d’artista di Bruegel non è un autoritratto, ma un approccio auto-tematico: la rappresentazione della creatività artistica. La visione più profonda dell’artista sulla natura umana porta inevitabilmente al disgusto per il mondo: contemptus mundi, disprezzo per il mondo, come insegna la filosofia morale medievale.
Degas ha scoperto il mondo della danza intorno al 1870. Il balletto è diventato un tema centrale della sua arte. Apprezzava particolarmente il pastello per catturare i movimenti aggraziati, i costumi e l’atmosfera magica del palcoscenico. Grazie ad amici influenti, Degas può assistere a spettacoli come lezioni di balletto in qualsiasi momento. Disegna soprattutto le ballerine durante il loro duro allenamento. Ciò che affascina Degas è l’artificiosità dei movimenti, che non corrispondono in alcun modo alla realtà. È interessato alle pose aggraziate delle ballerine nelle loro lezioni quotidiane, ma anche a cose ordinarie come allacciarsi le scarpette da ballo.
Modigliani, nato a Livorno, è arrivato a Parigi come giovane pittore accademico, dove ha lavorato principalmente come scultore tra il 1909 e il 1914. La forma allungata rigorosa, apparentemente arcaica delle sue sculture in pietra definisce anche lo stile della sua pittura. Il dipinto appartiene a un gruppo di quadri realizzati nel 1918 che mostrano la stessa modella in posizioni diverse. Il tema centrale del lavoro di Modigliani è l’essere umano, in particolare il nudo femminile erotico. In queste raffigurazioni si lega consapevolmente a modelli tradizionali come le raffigurazioni di Botticelli e Tiziano o le odalische di Ingres. La stilizzazione piatta e ieratica e le caratteristiche facciali semplificate delle figure riflettono l’entusiasmo di Modigliani per la scultura egiziana e africana.
Marc Chagall è nato in una famiglia operaia di origine ebraica a Vitebsk in Bielorussia nel 1887. Da scolaro ricevette lezioni di canto e violino e iniziò a disegnare. Anche se i colori forti della scena del villaggio possono essere stati ispirati dai fauvisti, Chagall rimane fedele ai motivi e ai temi pittorici della sua infanzia: l’uomo che si arrampica sul tetto con un sacco sulla schiena, il carro, la capra, il gallo, l’arlecchino bianco, le case di Vitebsk: questi elementi sono tratti dalla memoria visiva di Chagall. Memoria, sogno e desiderio si fondono in un insieme poetico.