Musei in 5 opere:
Groeningemuseum, Bruges
by Cristian Camanzi
by Cristian Camanzi
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Oggi siamo in Belgio, più precisamente a Bruges all’interno del Groeningemuseum. Si tratta di una collezione di dipinti abbastanza limitata ma di grande effetto, con opere provenienti quasi tutte dai Paesi Bassi, dal XV al XX secolo. Fra queste spiccano due fra i più famosi capolavori della prima scuola neerlandese: la Madonna del canonico Van der Paele di Jan Van Eyck e la Morte della Vergine di Hugo Van der Goes.
Ecco 5 cose da non perdere, se visitate il Groeningemuseum di Bruges
I due pannelli di Christus, l’Annunciazione e la Natività, erano piuttosto usurati, ma sono stati accuratamente restaurati. Entrambi sono firmati e datati e furono probabilmente dipinti come parte di un trittico o polittico. Essi ci rivelano un artista preciso progettista dello spazio e plasmatore di volumi. Le figure dell’Annunciazione assomigliano a statue disposte in una vetrina geometricamente costruita. È il primo dipinto dei Paesi Bassi con una corretta prospettiva centrale.
I primi dipinti di David riflettono un’influenza olandese nella sua prima formazione. Poco dopo il suo arrivo a Bruges, tuttavia, tra il 1487 e il 1488, le autorità comunali gli chiesero di dipingere una serie di pannelli per la stanza del vice borgomastro nel municipio. Questa importante commissione si concretizzò in un grande dittico, che negli archivi della città viene citato per la prima volta come Giudizio Universale, ma che in realtà raffigura Il Giudizio di Cambise. Il soggetto è tratto da Erodoto: il giudice Sisamnes, colpevole di prevaricazione, viene arrestato e punito da Cambise, il re di Persia. Per i suoi crimini, Sisamnes fu condannato a essere scorticato vivo. David rappresenta questa scena con una crudeltà fredda ed esemplare. I pannelli di David erano intesi come un severo monito ai giudici contro la tentazione della corruzione.
Il canonico Van der Paele è raffigurato nel coro della collegiata di San Donatiano a Bruges, dove viene presentato alla Vergine da San Giorgio e San Donatiano. Si pensa che questo quadro fosse appeso nel coro della chiesa ora distrutta. Ciò significa che il luogo raffigurato rispecchiava quello reale. Van der Paele sarebbe stato quindi in grado di vedere sé stesso nel luogo della sua visione e di “dimostrare” al mondo intero la realtà della sua esperienza divina. Gli squisiti broccati, le pellicce e le sete sono rappresentati in modo straordinariamente realistico e brillante, a conferma della loro realtà, della loro tangibilità. I rilievi e le sculture sui capitelli sullo sfondo e sul trono della Vergine alludono alla salvezza di Cristo per l’umanità. Le raffigurazioni sul trono di Adamo ed Eva, di Caino che uccide Abele e di Sansone che combatte il leone, insieme a quella sui capitelli di Abramo che sacrifica Isacco, creano una cornice veterotestamentaria che permette all’osservatore di riflettere sulla misericordia di Dio, che ha inviato nel mondo suo figlio, Cristo Redentore.
Il dipinto di Van der Goes è molto probabilmente una delle ultime opere da lui realizzate. La tavola ha una forma quasi quadrata. La scena è ambientata in una stanza completamente chiusa. Gli apostoli sono raggruppati intorno al letto di Maria. La sottile veste blu della Vergine contrasta con le lenzuola viola che coprono il letto. Il suo volto grigio e livido è incorniciato dal candore immacolato del cuscino su cui poggia la testa. Le mani sono unite, le dita sembrano piuttosto ossute. Gli occhi hanno perso la loro lucentezza. Alza un’ultima volta lo sguardo verso il cielo, dove le appare il Figlio nella sua gloria con le braccia aperte, per mostrare le ferite delle sue mani. È vestito con una veste blu e un grande mantello rosso sorretto da due angeli. Il quadro rappresenta il momento in cui la vita è già dolcemente scivolata via, ma la morte non ha ancora completato la sua opera
Il Museo conserva anche l’importante trittico Moreel, dipinto nel 1484 per la famiglia Moreel di Bruges. Lo spazio etereo e paradisiaco che racchiude i tre pannelli, in cui figure esili e ben proporzionate partecipano a una sorta di salvezza comunitaria, è caratteristico del modo di espressione idealizzante di Memling. È anche una delle prime occasioni in cui viene ritratta una famiglia completa e segna quindi la nascita del ritratto di gruppo. Il pannello centrale raffigura i santi Cristoforo, Mauro e Giles. I donatori e i loro figli sono raffigurati in ginocchio sulle ali laterali, in un paesaggio che si estende dal pannello centrale. Il rovescio delle ante mostra San Giovanni Battista (ala sinistra) e San Giorgio (ala destra).