Musei in 5 opere:
Courtauld Gallery di Londra

by Cristian Camanzi

Nuovo appuntamento per la rubrica con la quale vi portiamo alla scoperta dei musei nel mondo. Un po’ quello che vi aspetta scaricando la nostra app QuickMuseum, che trovate disponibile gratis sia per dispositivi Apple che per Android. Grazie alle sue mappe, alle audioguide, ai giochi e ai percorsi personalizzati potrete esplorare le splendide collezioni dei più importanti musei d’Europa, ma non solo. Abbiamo aggiunto anche alcune realtà museali più piccole, ma che riguardano la nostra regione, l’Emilia Romagna.

Oggi siamo in Inghilterra, più precisamente a Londra all’interno della Courtauld Gallery. La collezione è famosa soprattutto per la presenza degli impressionisti francesi e dei postimpressionisti, ma possiede molti altri tesori, compreso un magnifico gruppo di opere di Rubens e due dipinti di Pieter Bruegel il Vecchio. Oltre ai quadri la raccolta comprende sculture, stampe, disegni e prodotti delle arti applicate.

Ecco 5 cose da non perdere, se visitate la Courtauld Gallery di Londra

Sandro Botticelli, Pala della Convertite, 1491-93

La pala d’altare raffigura la Santissima Trinità con Maria Maddalena, San Giovanni Battista, Tobia e l’Angelo. La Santissima Trinità appare come una visione tra i santi penitenti Maddalena e Giovanni in un desolato paesaggio desertico. Il Battista invita l’osservatore a venerare la Trinità e Maria Maddalena si volta verso di lui piena di emozione. La peccatrice penitente era la patrona del monastero delle monache della Maddalena, e questa pala d’altare fu ordinata per la loro chiesa. Le figure di Tobia e dell’angelo sono molto piccole rispetto alle altre. Potrebbero essere un riferimento ai donatori dell’altare, la corporazione dei medici e degli speziali: l’arcangelo Raffaele era il loro patrono.

Edouard Manet, Il bar delle Folies-Bergère, 1881-82

Il Bar delle Folies-Bergère rappresenta l’ultimo grande dipinto di Manet, realizzato dal pittore quando ormai era molto malato e quasi invalido. Venne esposto per la prima volta al Salon del 1882 ed era ancora conservato nel suo studio quando Manet morì nel 1883. L’artista qui è riuscito a catturare tutto il senso effimero della vita moderna parigina e, allo stesso tempo, a creare un dipinto che con gli anni entrò nei cuori delle molte persone che lo ammirarono.

Jacopo del Sellaio, cassone, 1472

Questo cassone nuziale fiorentino fu realizzato per le nozze di Donna Vaggia di Tanai di Francesco di Nerli e Lorenzo di Matteo di Morello nel 1472. La scena inferiore rappresenta Furio Camillo che sconfigge i Galli, quella superiore Orazio Coclite, eroe mitico romano, che difende il ponte che conduceva a Roma, dall’attacco degli Etruschi. Le figure alle estremità del cassone rappresentano le virtù. Il cassone è stato dipinto da Jacopo del Sellaio e Biagio d’Antonio, mentre il falegname che lo ha costruito è Zanobi di Domenico.

Pierre-Auguste Renoir, il palco, 1874

Quest’opera fece parte della prima mostra impressionista organizzata, nel 1874, nello studio del fotografo Nadar. È il primo di una serie di dipinti dedicati al teatro e al suo pubblico. Anche se realizzato in studio, conserva la freschezza delle opere realizzate di getto: la magia di un momento tradotto sulla tela attraverso pennellate brevi e veloci. In primissimo piano i due protagonisti: il fratello del pittore, Edmond, vestito in modo elegante mentre, incurante di ciò che sta avvenendo sul palco, osserva con il binocolo il pubblico; e la modella Ninì, anche lei elegantemente vestita, con i capelli raccolti e un filo di perle attorno al collo.

Claude Monet, Mazzo di fiori, 1881-82

Monet era un caricaturista di successo a Le Havre, ma dopo aver studiato pittura di paesaggi all’aria aperta si trasferì a Parigi nel 1859. Ben presto incontrò i futuri impressionisti Camille Pissarro e Pierre-Auguste Renoir. Renoir e Monet iniziarono a dipingere all’aperto insieme alla fine degli anni Sessanta del XIX secolo, gettando le basi dell’Impressionismo. Nel 1874, insieme a Pissarro e Edgar Degas, Monet contribuì all’organizzazione della Société Anonyme des Artistes, Peintres, Sculpteurs, Graveurs, etc., nome formale del gruppo degli impressionisti. Negli anni Settanta del XIX secolo Monet sviluppò la sua tecnica caratteristica per rendere la luce atmosferica dell’esterno, utilizzando pennellate spezzate e ritmiche. Per tutta la sua carriera rimase fedele all’obiettivo iniziale degli impressionisti di catturare gli effetti transitori della natura attraverso l’osservazione diretta della realtà. Nel 1890 iniziò a creare dipinti in serie, raffigurando lo stesso soggetto in varie condizioni e in diversi momenti della giornata. I suoi ultimi quadri, realizzati quando era mezzo cieco, sono scintillanti pozzi di colore quasi del tutto privi di forma.

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