Musei in 5 opere:
il Reina Sofia di Madrid
by Cristian Camanzi
by Cristian Camanzi
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Oggi vi portiamo al Museo National Centro de Arte Reina Sofia che contiene un’importante collezione di arte del XX secolo. L’edificio che ospita le opere è un imponente palazzo settecentesco nel centro di Madrid, antistante a una grande piazza. Il punto focale del museo è Guernica di Picasso, ma a parte questo capolavoro ci sono molte altre opere interessanti da scoprire. Salvador Dalì, Fontana, Klein, Bacon e molti altri. Qui come al solito abbiamo scelto per voi 5 opere che riteniamo esemplificative della collezione del Reina Sofia.
Come potrete intuire anche solo dal titolo l’opera ha diverse implicazioni sessuali confermate dalla presenza piuttosto esplicita di simboli fallici. Dal pistillo della calla a destra, alla lingua rossa del leone africano nel centro del dipinto.
L’opera è sconcertante e seduttiva, intensa e geniale, ma anche molto delirante. Dalì fu anche questo, delirio, follia e voglia di stupire. Un artista anche nella vita, per come si poneva con le persone a partire da quei curiosi baffetti all’insù.
Questa tela di grandi dimensioni fu dipinta da Picasso nel 1937 in seguito alla distruzione dell’omonima città spagnola. L’artista scelse di rinunciare al colore, la rappresentazione è semplice, lo schema è tagliente, lo spazio è annullato per permetterci la visione d’insieme di vari pezzi del racconto: una madre disperata con un bambino tra le braccia; un toro simbolo di brutalità e potere; un soldato a terra con una spada spezzata; un cavallo, una donna che grida e corre, un’altra che regge una lampada. E poi lingue di fuoco che divorano una persona con le braccia sollevate al cielo.
Per il suo aperto contenuto antifascista Guernica è diventata un manifesto dell’arte impegnata del Novecento.
Lucio Fontana è sicuramente noto ai più come “quello dei buchi e dei tagli nella tela” ma ovviamente è molto di più: Fontana con un gesto semplice e violento sfonda la tela e va oltre il confine del campo pittorico. Il Concetto spaziale è un’opera che mette in discussione la bidimensionalità dello spazio pittorico mostrandoci che è solo una superficie in cui ogni rappresentazione è virtuale e illusoria.
Klein iniziò a esporre quando aveva circa trent’anni, a metà degli anni Cinquanta, e lo fece con dipinti in cui la tela era coperta da un unico colore uniforme, principalmente il blu; egli utilizzò poi questo stesso colore anche per altre opere come sculture e rilievi di spugna su tela. La scultura che vedete qui, realizzata nel 1962 riproduce una delle più grandi icone dell’arte, la Nike di Samotracia, conservata al museo del Louvre ma chiaramente non è una rappresentazione fedele.
L’arte dell’inglese Francis Bacon è sempre stata in grado di turbare e sconvolgere lo spettatore. Con il suo particolare linguaggio pittorico l’artista disfaceva e contorceva volti e corpi creando protuberanze e deformazioni inquietanti.
Protagonista del dipinto è una figura sdraiata su di un lettino realizzata a testa i giù e con una visuale prospettica molto deformata, inserita in uno spazio privo di dettagli fatta eccezione per un interruttore alla parete, sulla destra. La fisicità dei corpi rappresentati dall’artista sembra sottintendere la vulnerabilità stessa della natura umana.