Si può unire una mostra al teatro? Il caso di “Rivoluzione Galileo” a Padova
Si chiama Museum Theater e aiuta lo spettatore ad immergersi nelle atmosfere evocate dall’evento museale. Lo abbiamo provato e ve lo raccontiamo.
by Marco Lovisco
Si chiama Museum Theater e aiuta lo spettatore ad immergersi nelle atmosfere evocate dall’evento museale. Lo abbiamo provato e ve lo raccontiamo.
by Marco Lovisco
A dicembre sono andato a Padova per visitare la mostra “Rivoluzione Galileo”, al Palazzo del Monte di Pietà fino al 18 marzo. Devo dire che sono rimasto molto colpito dal modo in cui il percorso espositivo riesce a mixare con sapienza temi molto diversi come scienza, storia, filosofia e arte, con alcune chicche come “Il Sole” di Pellizza da Volpedo, “L’origine della via Lattea” di Rubens (nella foto) o “La danza delle ore” di Previati.
In questo articolo però non voglio parlare della mostra (se volete saperne di più potete leggere la mia recensione su Due Minuti di Arte), ma voglio raccontarvi di un’interessante esperienza che non conoscevo: gli spettacoli di “Museum Theater”.
Sono brevi spettacoli teatrali, che sfruttano gli elementi museali per integrare quanto visto nel percorso di visita del museo o di una mostra. Possono approfondire alcuni temi, mostrarne di nuovi ma soprattutto aiutano lo spettatore ad immergersi nelle atmosfere evocate dal museo o dalla mostra. È un modo interessante di fare divulgazione perché punta ad un coinvolgimento completo dello spettatore, come è avvenuto nella mostra di Padova, grazie allo spettacolo di cui sono stato partecipe.
In occasione della mostra su Galileo a Padova, l’associazione culturale Zagreo, in collaborazione con la startup Raffineria Creativa, ha proposto uno spettacolo di museum theater ad hoc dal titolo “Orbite galileiane – Con gli occhi di Galileo”.
Diversamente da altri eventi di museum theater, quello allestito dall’associazione culturale Zagreo non è uno spettacolo che si svolge nel museo o nella sede espositiva della mostra, ma si sviluppa nel centro storico della città, sfruttando come scenario i luoghi che hanno segnato la vita di Galileo nella città di Padova, in cui lo scienziato visse per diciotto anni. È un percorso per tappe, ad ognuna delle quali corrisponde un atto dell’opera teatrale.
Si parte così da Piazza Duomo, appena al di fuori dell’ingresso della mostra. Gli attori dell’associazione Zagreo entrano in scena rielaborando alcune delle scene iniziali della celebre “Vita di Galileo” di Bertold Brecht.
È interessante il modo in cui gli attori (bravissimi) interagiscono con il pubblico, coinvolgendolo e rendendolo partecipe della messa in scena. All’inizio è un po’ strano, devo ammetterlo, ma dopo un po’ ti senti parte della narrazione. È un po’ la stessa differenza che c’è tra giocare a un videogame guardandolo sullo schermo della Tv o indossando un casco VR.
Nel progetto è stato coinvolto anche lo storico e ricercatore Giovanni Florio che, tra una tappa e l’altra, dà agli spettatori una spiegazione del perché siano stati scelti proprio quei luoghi come sede dei vari atti dell’opera teatrale e come essi abbiano giocato un ruolo chiave nella vita dello scienziato. È una scelta che ho apprezzato molto, che dà completezza e sostanza all’esperienza.
Il percorso dura circa un’ora e si sviluppa nel centro storico, tra Piazza Duomo, la casa di Galileo e la Specola, l’osservatorio di Padova in cui Galileo non mise mai piede ma che nell’ambito della narrazione assume un fondamentale ruolo simbolico.
Occhio alle date! Lo spettacolo “Orbite Galileiane” va in scena solo in alcuni giorni specifici: domenica 21 gennaio, domenica 18 febbraio e domenica 11 marzo, con due repliche, una alle 15.00 e una alle 17.00. Il biglietto costa sette euro (cinque se si è in possesso del biglietto della mostra).
Info: www.zagreo.it