Istituzioni culturali e digitale:
domande, opportunità e utilità

by Cristian Camanzi

Noi di ARTernative siamo convinti che il digitale possa essere la leva che mette in discussione la funzione stessa delle istituzioni digitali, di oggi e di domani. Questo perché gli strumenti digitali hanno inevitabilmente portato a interrogarsi su alcuni concetti chiave. Chi ha voce? Chi decide cosa comunicare? Che cosa è ammesso dire? Per quale motivo lo si dice? E infine, qual è il patrimonio? Tutto ciò ha innescato una vera e propria rivoluzione all’interno di istituzioni, per lo più di origine e concezione ottocentesca, che hanno comunque, in alcuni casi, contrapposto forti resistenze e chiusure nei confronti del digitale. Aspetto comprensibile, per il fatto che non è scontato dare una risposta a queste domande o comprendere le funzioni che gli strumenti digitali posso svolgere al servizio di un museo o di un sito archeologico.

Ovviamente noi ci siamo fatti un’idea delle funzioni che il digitale può svolgere. La prima è al servizio della missione più tradizionale delle istituzioni culturali, ovvero la conservazione. La digitalizzazione di ogni oggetto di una collezione e della sua storia. Molto banalmente le immagini delle opere sono ormai spesso a disposizione in alta definizione e diffuse in tutto il mondo, grazie alla rete e grazie a strumenti che ne consentono la digitalizzazione. Colmano un vuoto di informazione e sono un’opportunità di approfondimento, consentendo a chi lo desideri di arrivare al museo e ri-conoscere un’opera osservandola poi con maggiore attenzione. Oppure queste immagini consentono a chi non potrà mai vedere dal vivo un’opera, di averne un’idea più vicina al vero. In ogni caso il digitale non danneggia, non si sostituisce alla visita reale, non allontana il visitatore, ma prepara, collega, ricorda e richiama.

E qui si allaccia e interseca la seconda funzione. Ovvero digitale come canale di valorizzazione, comunicazione, ascolto e partecipazione del pubblico che visita un museo, on-site e on-line. Sotto questo particolare aspetto abbiamo già in passato individuato specifici strumenti illustrati in altri post che trovate in archivio nel nostro blog. Fra gli strumenti on-site collochiamo totem, tavoli multimediali, app, realtà aumentata, realtà virtuale, video-mapping, chatbot e videogiochi e alcuni di questi strumenti sono stati messi in campo in diversi nostri progetti. Fra gli strumenti on-line invece mettiamo i siti web dei musei, i canali social delle istituzioni e quelli, come TripAdvisor, nei quali i visitatori danno un proprio giudizio in merito a un’istituzione culturale e all’esperienza avuta. Anche in questo caso sono tematiche che abbiamo affrontato, anche nella valorizzazione di borghi, comuni e realtà territoriali specifiche.

Il digitale in poche parole crediamo che possa colmare e contenere il disorientamento che un visitatore può provare nell’approcciarsi alla visita di un museo e allargare i punti di vista e migliorare l’accessibilità dei contenuti. Alla base di tutto ci deve essere una comprensione di questi strumenti, delle regole, dei piani editoriali e delle scelte precise da compiere, anche con l’aiuto del pubblico che attraverso le forme digitali si esprime. ARTernative mette in campo la propria esperienza al servizio della cultura e delle istituzioni che decidano di accantonare paure e preconcetti per mettersi in gioco.

Continuate a seguirci per rimanere sempre aggiornati. Se siete interessat* a preventivi, consulenze o collaborazioni, scrivete ai nostri contatti ufficiali.

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