Arte e cinema:
Love is the devil
by Cristian Camanzi
by Cristian Camanzi
Tre parole: anticonsolatorio, crudele, disperante. Tre termini che ben sintetizzano il film del 1998 diretto da John Maybury basato sulla vita del pittore irlandese Francis Bacon: “Love is the devil”. Vi anticipo che è uno dei film su artisti che trovo riuscito meglio per una serie di motivi che scoprirete in questa breve recensione.
Il protagonista, Francis Bacon, a buon diritto può essere considerato come tra gli ultimi grandi artisti del nostro tempo. In soli sei anni dalla sua morte avvenuta a Madrid nel 1992, è stato oggetto di tre biografie, almeno quattro grandi retrospettive postume e una miriade di piccole mostre. I suoi dipinti vengono battuti all’asta per cifre astronomiche. Il suo modo di dipingere ha una cifra stilistica inconfondibile e ha rinnovato la rappresentazione dell’essere umano.
Il film non ci racconta tutta la vita di Bacon, ma si focalizza su un periodo utile per raccontarci la storia d’amore, di sesso e di sadomasochismo che legò il pittore a George Dyer.
Siamo nel 1971, mentre al Grand Palais di Parigi si apre una mostra personale di Francis Bacon (Derek Jacobi), George Dyer (Daniel Craig), suo modello e amante, muore per una dose fatale di barbiturici e alcol. Si rievocano così i sette anni del loro rapporto e l’atmosfera dell’ambiente in cui vissero.
Il tutto comincia a Londra nel 1964. Durante la notte un ladro entra in un appartamento nel West End ma fa troppo rumore e il padrone di casa lo sorprende. I due sono uno di fronte all’altro e il ladro, il giovane George, non sa come giustificarsi. Inaspettatamente l’altro, il pittore Francis Bacon, invece di denunciarlo alla polizia, lo invita a spogliarsi e a infilarsi nel suo letto. Dopo quella notte, George rimane a casa di Francis come amante. Il resto lo scoprirete voi stessi.
Qui il regista fa un ritratto dell’uomo e di una sensibilità più che del pittore. I quadri di Bacon appaiono, reinterpretati e riletti con impressionante intelligenza, attraverso l’ambiente fisico e psicologico in cui il pittore si muove, audacemente ricostruito da Maybury. In definitiva Love is the devil è profondamente disturbante nel mostrarci l’aspetto freddo, indifferente e a tratti crudele del pittore, ma la prestazione di Derek Jacobi nei panni di Bacon è decisamente sorprendente. Il grande attore ci avvicina e ci seduce con l’odiosità del suo personaggio. Gli fa da contorno un cast all’altezza. Da un giovane Daniel Craig, che in seguito avrebbe interpretato 007, a un’abbruttita Tilda Swinton.
Cosa vi dovete aspettare dunque? Non è un film solo per le persone che amano l’arte, tutt’altro. È un film sul mondo dell’arte, che è una cosa completamente diversa. E anche per questo motivo trovo che il regista abbia fatto un ottimo lavoro in grado di avvicinare, sedurre e irretire chiunque. Anche chi con la storia dell’arte ha poca dimestichezza.